giovedì 30 maggio 2013

AL PARCO DI MONTEVECCHIA

E' il 28 Maggio e, finalmente gli alunni della classe prima, sono riusciti ad andare al parco di Montevecchia per conoscere ed esplorare l'ambiente dove avevano sentito dire che vivesse il loro amico folletto Claudio. Prima hanno imparato attraverso l'utilizzo degli organi di senso ad esplorare l'ambiente del torrente, dello stagno e del bosco con le loro piante e i loro animali.
Ma... che meraviglia! Sul tronco di una grande quercia hanno trovato il cappellino del folletto con dentro un suo messaggio per salutarli e un diploma con il quale li ha nominati " AMICI DEL BOSCO".



Alla ricerca del folletto Claudio - video



mercoledì 29 maggio 2013

Ma che amico è?

Questo è il titolo che i bambini di classe quarta hanno dato alla canzone con la quale hanno partecipato alla 12^ edizione del concorso "Un testo per noi", promosso dal Coro Piccole Colonne di Trento per la raccolta di nuovi testi per il "Festival of the European song by children".

Gli alunni hanno scelto di mettere in una canzone l'esperienza che vivono quotidianamente all'interno della classe:la ricerca dell'amicizia, dell'integrazione e dell'inclusione nella diversità e nel rispetto dell'identità di ognuno.

Trasformarsi in parolieri è stata una bella esperienza! Ecco come hanno operato i ragazzi di quarta: prima hanno raccolto le idee della classe in un brain storming, poi hanno lavorato in piccolo gruppo e individualmente a caccia di rime e di frasi, successivamente hanno ascoltato e "misurato" le loro parole sulle musiche di alcune canzoni note, organizzando, infine, il loro testo sulla metrica della canzone “ IL KATALICAMMELLO” G. Grottoli - A. Vaschetti dello Zecchino d’oro 1997.

Volete sapere l'esito del concorso? Perso! Ma in realtà la vera vittoria è aver scoperto di credere e di condividere i valori che potete ascoltare voi stessi. Cosa ne dite?

Ringraziamenti: grazie alla maestra Gloria per i suoi suggerimenti e alla maestra Marina per la registrazione.

maestra Rosa












venerdì 24 maggio 2013

Giochi matematici: PRIMI!!!!

Quest'anno alcune classi della nostra scuola hanno partecipato ai giochi matematici, promossi dalla Facoltà di matematica dell'Università di Milano.
Le classi prima e terza B si sono classificate

PRIME!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


giovedì 23 maggio 2013

PORTALASPORTA: CONCLUSIONE CONCORSO



La Segreteria del Concorso Nazionale ha inviato il suo responso:

La classifica stilata in base ai dati comunicati vede prima classificata, con un valore di 65,18 scontrini procapite, la squadra del Comune di Ponsacco (PISA); seguono rispettivamente la squadra di Pomezia (ROMA) con 59,77 scontrini procapite e quella di Santa Maria a Monte (PISA) con 59,41.
Con una media procapite di 33,71 scontrini, la nostra squadra (composta dalle 3 scuole del Comune di Airuno) si é posizionata invece solo a metà classifica...

Peccato, ma é stato comunque bello tentare; perciò ringraziamo tutte le mamme e nonne che hanno collaborato con assiduità alla raccolta!


PERDONATE LA DIMENTICANZA: e come un'alunna di quarta ha fatto notare, tutti i papà, gli zii, i fratelli, i cognati, i cugini...!

giovedì 16 maggio 2013

PICCOLI POETI



NOI ALUNNI DI CLASSE PRIMA, DOPO AVER LETTO "  LIBRI DA MANGIARE" DI G. RODARI, ABBIAMO VOLUTO IMPROVVISARCI PICCOLI SCRITTORI.
QUESTO E' CIO' CHE ABBIAMO PENSATO E SCRITTO, COSA NE DITE?

  • Se i libri fossero di frittelle ne mangerei a crepapelle.
  • Se i libri fossero di torta ne mangerei diciotto alla volta.
  • Se i libri fossero di lasagna ne mangerei una montagna.
  • Se i libri fossero di pera ne mangerei ogni sera.
  • Se i libri fossero di patata ne farei una scorpacciata.
  • Se i libri fossero di zucca me ne farei una zuppa.
  • Se i libri fossero di aranciata li leggerei per tutta la giornata.
  • Se tutti questi libri avrò, chissà quante cose imparerò.



lunedì 13 maggio 2013

OPERISTICA...perché no?


I ragazzi di classe quinta  hanno effettuato con la loro insegnante un esperimento dai gusti musicali differenti dal consueto...e si sono ritrovati fra le mani una scoperta importante: ANCHE LA MUSICA INSEGNA LA VITA!
Scoprite in che modo venendoci a trovare all'indirizzo:   

Letture...tra gli dei dell'Olimpo (PUNTATA 24)

EOLO  (Alessandro M.) 


terracotta greca

Eolo è una parola che deriva dal greco e significa “veloce”.  Per  alcuni  il dio era figlio di Poseidone e Arne, per  altri  si  trattava invece  di  un  altro mitico personaggio, identificato come il Padrone dei Venti,  principe greco  figlio di Elleno e di Orseide, che governava sulle isole Eolie. 
Egli aveva raggiunto una certa fama perché riusciva a prevedere il tempo dalla forma delle nubi di vapore che uscivano da un vulcano attivo, lo Stromboli.       Gli abitanti del luogo erano pescatori e la conoscenza delle condizioni meteorologiche era un importante elemento della loro vita quotidiana; con il passare del tempo la capacità di prevedere gli elementi venne confusa con la capacità di farli avvenire.         
Omero racconta nell'Odissea che l'isola di Eolia è la dimora di Eolo, dio dei venti: si tratta di un'isola galleggiante e impervia, circondata da un muro di bronzo, successivamente identificata con l'isola di Stromboli.  Presso altri autori corrisponde invece all'isola Lipari.  Il dio era rappresentato in forma umana ma con ali e con guance molto gonfie nell’emettere un soffio potente. Eolo ebbe da Zeus il compito di controllare i venti: li dirigeva e li liberava, custodendoli dentro la sua caverna sul mare dove viveva con la moglie, sei figli e sei figlie.  I venti, dopo aver provocato grossi danni tra quali il distaccamento della Sicilia dal continente, dovevano essere tenuti sotto controllo; per questo motivo Eolo, secondo il mito, li chiuse dentro un grande vaso.                                                          
I suoi figli e le sue figlie  si sposarono fra di loro creando altri venti e vivendo felici tutti insieme. Si narra che Eolo fosse giusto e ospitale verso i forestieri e che insegnò l'uso della vela ai naviganti.
Quattro fratelli componevano la famiglia dei principali venti:
- Borea, il vento del Nord e il più violento.
-Zefiro, il vento dell’Ovest molto dolce e leggero; annunciava la primavera.
- Euro, vento dell’Est, alternava piogge a periodi asciutti.
-Austro, il vento del Sud, caldissimo e portatore di pioggia.
                                          

Letture...tra gli dei dell'Olimpo (PUNTATA 23)

CARIDDI (Sofia B.)

Nella mitologia greca Cariddi era la figlia di Poseidone, dio del mare, e di Gea, la madre Terra.   In origine era una Naiade, una semidea, ma viveva sotto sembianze umane sulle sponde siciliane, ed esattamente ad una delle due estremità dello stretto di Messina.
Un giorno Cariddi rubò ad Ercole, che stava attraversando lo stretto di Messina, i buoi di Gerione (un gigante a tre teste) e ne mangiò alcuni.
Allora Zeus la fulminò facendola cadere nel mar Mediterraneo, dove la trasformò in un gigantesco mostro simile ad una lampreda (altre documentazioni parlano di un enorme scoglio), che con la sua immensa bocca formava un vortice marino capace di inghiottire le navi di passaggio.
Omero immaginò che questo scoglio inghiottisse tre volte al giorno le onde dello stretto di Messina, che separa la Sicilia dalla costa italica, e altrettante volte le vomitasse con tale potenza da far naufragare le navi di passaggio.
Per evitare lo scoglio o i vortici di Cariddi, i naviganti dovevano avvicinarsi a quello di Scilla, che si trovava in posizione contrapposta. Cariddi è menzionata nel dodicesimo canto dell’Odissea, in cui si narra che Ulisse preferì affrontare Scilla, per paura di perdere la propria nave passando vicino al gorgo di Cariddi, poiché questo significava la distruzione sicura.
Nella realtà, in quel tratto di mare ci sono vortici causati dalle correnti marine, ma non sono di rilevante entità.
Oggi è normale prendere un traghetto e passare dalla Calabria alla Sicilia, senza accorgersi di nulla; ma, se è vero che i vortici non sono un problema per le moderne imbarcazioni, per le navi di legno dell’antichità i gorghi rappresentavano un pericolo ben più grande.


Letture...tra gli dei dell'Olimpo (PUNTATA 22)

HYPNOS (Beatrice T.)  
Hypnos e Thanatos, dipinto di Waterhouse (fine1800)


Hypnos, o Ipno, era figlio di Nyx la notte e gemello di Thanatos, dio che rappresentava la morte. Abitava nell’isola greca di Lemno ed era il dio del sonno. Era considerato benevolo ed era attorniato dai Sogni, suoi figli; ne ebbe molti, tra i quali Momo, Icleo e Morfeo, Fobetore e Fantaso:
Morfeo viene comunemente definito come il dio dei sogni ed è colui che si introduce all’interno degli stessi assumendo una forma umana; Fobetore (spaventoso) è colui che prende forme animali e viene descritto come la personificazione degli incubi; é  invece  Fantaso (apparizione) colui che genera all’interno del  sogno oggetti inanimati. Dal suo nome derivano le parole fantasia e fantasma.
Hypno veniva spesso rappresentato come un giovane nudo con le ali sulla testa, che aveva il potere di addormentare sia gli uomini che gli dei, passando sulle palpebre dei petali di papavero. Si narra che ad Endimione diede la capacità di dormire ad occhi aperti. Hypnos ammise che effettivamente poteva addormentare tutti gli dei, ma si ricordò che aveva già provato ad addormentare il padre degli dei in modo che Era potesse uccidere Eracle; in quell’occasione, al risveglio Zeus era andato su tutte le furie scaraventandolo in mare, dove Hypnos fu salvato grazie all'intervento della madre. Quella volta Era cercò di convincerlo a riaddormentare il padre promettendogli la mano di Pasitea, una delle tre Grazie di cui lui si era innamorato proprio sull’isola di Lemno e Ipno si lasciò convincere ancora, tanto che si trasformò in uccello e riaddormentò nuovamente Zeus. Dai Romani il dio greco del sonno veniva chiamato Somnus, ovvero Sonno.
                                                

mercoledì 8 maggio 2013

Letture...tra gli dei dell'Olimpo (PUNTATA 21)

GIASONE  (Lorenzo F.)
Statuetta francese fine 1800

Giasone era figlio del re greco Esone (imparentato con Eolo, dio dei venti) e di Alcimeda.  Il fratellastro del re voleva uccidere Giasone per motivi d’eredità e, per proteggerlo da morte certa, la madre dovette mandarlo da Chirone, centauro saggio e sapiente che si prese cura di lui.
Giasone viene raffigurato come un giovane e forte guerriero con elmo, spada, un solo sandalo e il mitico Vello d’Oro.
La mitologia narra che Giasone partì alla ricerca del Vello d’Oro su richiesta dello zio e come scambio per il trono usurpato a suo padre. Il realtà lo zio malvagio era sicuro che il giovane sarebbe morto nell’impresa.
Giasone radunò un gruppo di 52 giovani eroi greci e partì sulla nave Argo, la cui costruzione fu coordinata da Minerva. Dal nome della nave, il gruppo di guerrieri prese il nome di ARGONAUTI. Arrivato nella Colchide, dove era custodito il vello d'ora, Giasone dovette superare vari ostacoli: un drago dal soffio mortale, due furiosi tori che sputavano fuoco e pericolosi guerrieri nati da denti di drago. Ad aiutare Giasone giunse la maga medea che con un incantesimo addormentò il drago e regalò all'eroe un unguento per proteggerlo dal fuoco dei tori. Giasone promise di sposarla una volta ritornato in Grecia.
Una volta rubato il Vello d’Oro, che era esposto in un bosco sacro, con Medea e il fratellino Absirto gli Argonauti salparono per la Grecia, inseguiti dal re con una nave molto veloce. Per evitare di essere raggiunti, Giasone e Medea uccisero e fecero a pezzi Absirto, costringendo il re a fermarsi; ma per questo orribile delitto, Giasone e Medea vennero maledetti da Zeus. 
In seguito Giasone, per aumentare il suo potere in Grecia, tradì la  moglie Medea e sposò un’altra donna. La maga si vendicò, uccidendo con le sue arti magiche la nuova moglie, suo padre e anche i figli avuti da Giasone.
                                     

Letture...tra gli dei dell'Olimpo (PUNTATA 20)

ECATE  (Daniela R.)
Ecate - Bronzo originale greco

Figlia del titano Crio, Ecate è la dea delle streghe, che poteva concedere agli uomini qualsiasi desiderio.  
Ecate la Giovane, chiamata anche la Potente è quindi la patrona di tutte le arti e i riti magici. Era perciò la dea delle profezie, della luna, della notte, dei boschi, dei lupi.                       
È l’unico esempio di una tripla-dea che rappresenta le tre fasi della vita di una donna: la giovane (Ecate), la sposa (Persefone) e la madre (Demetra), raramente rappresentata nella stessa Grecia. Il numero 3, ovviamente, la rappresenta.
La prima raffigurazione di Ecate di cui si ha conoscenza è una piccola terracotta trovata ad Atene; la dea è seduta su un trono con una ghirlanda sulla testa, ma le successive raffigurazioni la vedono prima come un singola fanciulla, quindi come una donna con tre teste o sei braccia o tre corpi, spesso uno di schiena all'altro e con numerosi oggetti e simboli nelle mani.
Spesso è stata raffigurata con tre teste: serpente, cavallo e cane, con tre corpi o con sembianze di cane, o accompagnata da cani ululanti. Associata in alcuni casi ai cicli lunari, insieme ad altre divinità come Artemide e Selene, simboleggiava la Luna calante.
Le sue statue venivano poste negli incroci a protezione dei viandanti, perché era l'unica capace di guardare in tre direzioni contemporaneamente.

Altro nome dato ad Ecate è Phosphoros cioè  "portatrice di luce", ed è probabilmente legato alla sua immagine più nota, quella del tedoforo (il portatore della torcia, come quella olimpica).
Phosphoros è stato anche il nome greco per la "stella del mattino", cioè il pianeta Venere.

Letture... tra gli dei dell'Olimpo (PUNTATA 19)

PERSEO (Matteo L.)

Perseo con la testa di medusa (B.Cellini)

Perseo è l’eroe figlio di Zeus e dell’umana Danae, figlia di Acrisio re della città di Argo. La storia di Perseo comincia nel mare, perché il nonno Acrisio, cui era stato predetto che sarebbe stato ucciso da un nipote, vi vece gettare dentro una cassa di legno il bimbo di pochi giorni e la madre.  
Salvati da un pescatore, i due vissero tranquilli su un’isola per anni, fino a quando il fratello del loro salvatore, re Polidette, si innamorò di Danae. Per togliere di mezzo Perseo una volta che fu adulto -e poter sposare sua madre- re Polidette gli chiese di cercare la spaventosa Medusa e di portargli la sua testa.
Il giovane, con l’aiuto dello scudo riflettente prestato da Atena, dei sandali alati di Ermes e infine dell’elmo donatogli da Plutone,che lo rendeva invisibile,  riuscì ad uccidere la creatura. Mentre dal collo decapitato della Medusa scaturiva Pegaso, Perseo mise la testa del mostro in una sacca e ripartì.  Sulla via del ritorno, nella terra degli Etiopi, conobbe Andromeda, la figlia del re condannata ad essere divorata da un mostro marino. Perseo, giunto sul suo cavallo alato, uccise il mostro.  Ritornando all’isola dov’era cresciuto, Perseo trovò la madre Danae e il pescatore che li aveva salvati nascosti in un tempio e terrorizzati da Polidette. Perseo fu preso da un’ira incredibile e si avviò alla reggia, trasformando il re e i suoi seguaci in pietre. 
Infine l’eroe, con la moglie Andromeda e la madre Danae, fece ritorno ad Argo, dove nel corso di un incidente nella gara di lancio del disco, uccise effettivamente il nonno Acrisio come un tempo era stato profetizzato. Secondo la leggenda Perseo andò infine in Asia, dove suo figlio Perses governò il popolo che da lui prese il nome: Persiani.

sabato 4 maggio 2013

ABBIAMO DISEGNATO LA PRIMAVERA


Primavera - video
Durante il laboratorio del venerdì pomeriggio gli alunni di classe I hanno rappresentato la primavera utlizzando il programma di grafica DRAWNING FOR CHILDREN. Cosa ne pensate?