I bambini “funzionano” così
(Dott. Daniele Rosapane
– Psicologo d’Istituto)
Dai 6 ai 10 anni lo “star male” psicologico di un bambino viene espresso attraverso il corpo, con problemi che possono riguardare :
- problematiche del sonno (non si addormentano, si svegliano di notte, hanno incubi)
- controllo degli sfinteri (riprendono a fare pipì a letto)
- fobie verso alcuni oggetti, situazioni o cibi
- problemi di pelle, (dermatiti, eczemi)
- alimentazione (mangiano troppo, troppo poco, rifiutano di assaggiare cibi nuovi)
Quando un genitore deve allarmarsi? Quando si accorge che il problema non è passeggero ma persiste. Disturbi dei tipi appena descritti sono spesso legati a problemi di relazione tra mamma e bambino; spetta all’adulto capire e trasformare in parole il malessere non detto.
Già, perché I BAMBINI FUNZIONANO COSI’: manifestano disagio per riequilibrare la relazione con mamma o papà.
Ma non è tutto, perché le manifestazioni di sofferenza possono essere molte:
difficoltà di separazione dal genitore (di solito la mamma) quando è il momento di entrare a scuola il mattino, dopo le vacanze estive o dopo una malattia: dobbiamo pensare – dice lo psicologo – che dove c’è un bambino che fatica a staccarsi dalla mamma, c’è una mamma che fatica a “lasciar andare” il bambino.
Altri generi di difficoltà spesso incontrate sono quelle di:
- relazione con i pari (da distinguere tra carattere e vera difficoltà a rapportarsi) che si manifestano con isolamento voluto, aggressività, vittimismo (tutti ce l’hanno con me), gelosie nei confronti del fratellino e correlata adozione di comportamenti di tipo regressivo
- difficoltà di relazione con l’adulto: bambini che cercano un rapporto esclusivo con la maestra proponendosi e richiamando la sua attenzione continuamente o che, al contrario, manifestano aggressività oppure ansia ed agitazione nel rapporto a due
Da ricordare che nel rapporto con l’adulto si evidenziano anche i bambini oppositivi: una certa quantità di “no”, in determinati periodi di crescita del bambino è normale ma, quando il no c’è sempre, il significato dell’opposizione cambia: c’é infatti la possibilità che l’atteggiamento sia una manifestazione di urgente richiesta di intervento da parte del genitore che il bambino vive come assente
- difficoltà con limiti e regole: bambini che di fronte ai no reagiscono con l’isolamento o con comportamenti aggressivi.
“I genitori ricordino due cose – ha affermato il Dott. Rosapane in chiusura – la prima è che i bambini, con le regole, stanno bene; la seconda é che seguono di più le cose che vengono fatte insieme, piuttosto che quelle che vengono dette”.
Primaria Airuno: "sportello consulenza psicologica" il martedì pomeriggio (039-5320129)
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