lunedì 26 gennaio 2015

27 GENNAIO: GIORNATA DELLA MEMORIA



POESIE PER RIFLETTERE E … 

VOGLIA DI PACE

Le voci dei bimbi il vento raccoglie
e poi le sparpaglia tra i rami e le foglie
di alberi antichi, con grosse radici
che sanno ascoltare le cose che dici
per poi raccontarle, giù... giù... nel profondo
al Cuore che batte al centro del mondo.

Se un bimbo sorride, sorride anche il Cuore
ed ecco spuntare in un prato un bel fiore.
Se un bimbo è felice, il Cuore è contento
e nascon farfalle che danzan col vento.

Ma, a volte, le risa diventano pianti:
le lacrime scendono, calde e pesanti,
colpiscon la Terra che trema, impaurita,
vedendo la morte mischiarsi alla vita.

Bombardano, sparano e parlan di pace,
al Cuore del mondo ‘sta cosa non piace:
«Se di odio e violenza riempite la Terra,
non siate bugiardi: chiamatela guerra!
La pace è sorridere, darsi la mano,
dormire tranquilli, guardare lontano
e in fondo vedere, nel cielo sereno,
i sette colori dell’arcobaleno.

 Soltanto se spargi la voglia di amare
il vento sorride e può allora portare
agli alberi antichi e alle loro radici
le voci ed i sogni di bimbi felici!"
Elio Giacone


UN SOLDATO SCRIVE …

I morti è meglio
che non vedano quel
che sono capaci di fare i vivi

e la strada storta
che sta prendendo il mondo

è meglio che non si accorgano nemmeno
che noi siamo diventati
così poveri e tanto miseri
che non siamo capaci di volerci bene

no, è meglio che i morti
stiamo nella neve
e nel ghiaccio
e che non sappiano di noi,
altrimenti potrebbero pensare
di essere morti invano
ed allora si sentirebbero
ancora più soli.

Gian Maria Bonaldi
(combattente sull’Adamello – Guerra 1914 - 1915)

PRIMA VENNERO...

Prima vennero per gli Ebrei,
e io non dissi nulla
perché non ero Ebreo.
Poi vennero per i Comunisti
io non dissi nulla
perché non ero Comunista.
Poi vennero per i Sindacalisti,
e io non dissi nulla
perché non ero Sindacalista.
Poi vennero a prendere me.
E non era rimasto più nessuno
che potesse dire qualcosa.
Martin Niemöller 

SE QUESTO E’ UN UOMO

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici.

Considerate se questo è un uomo,
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi:
ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso d
a voi.
Primo Levi










  CLASSE VA                         

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