venerdì 26 aprile 2013

Letture...tra gli dei dell'Olimpo (PUNTATA 16)

ARTEMIDE (Silvia L.)

Artemide di Leocare (Louvre)
Artemide (per i romani la dea Diana) era la sorella gemella di Apollo, nata sull'isola di Delo dall'amore di Zeus e Leto.  
Aveva molte cose in comune col fratello, ad esempio come le morti improvvise degli uomini erano attribuite ad Apollo, quelle delle donne erano attribuite ad Artemide.
Era la divinità della Luna, e come Apollo era diventata dea della Luna soltanto quando il suo mito si era confuso e identificato con quello di Selene, che più anticamente era stata la divinità di questo astro.
Artemide, come dea della Luna e signora della notte, veniva spesso invocata anche con il nome di Ecate, confondendola con l'antica divinità della stirpe dei Titani.
Rischiarando di notte le strade con la luce della luna, era considerata la protettrice e la guida dei viandanti, specialmente nei boschi.
I boschi però, nelle notti di luna si popolano di animali: lepri, cervi, daini e tutti gli atri animali di bosco; per questo Artemide era anche la dea della caccia.
Accompagnata dalle ninfe chiamate Driadi, seguita da cani, percorreva i boschi. Cacciava le gli animali, ma li amava e proteggeva.
Artemide era rappresentata come una giovane dal viso delicato e bellissimo con l'arco, la faretra e con una corta tunica; per la sua qualità di dea della Luna aveva sul capo una corona di stelle o più spesso una falce di luna.
Le erano sacri tra gli animali la cerva, il cane, il cinghiale e il lupo; tra le piante l'alloro, il cedro e l'olivo.
Amando molto la vita libera all'aperto, Artemide non avrebbe potuto legarsi in matrimonio; un po’ come Atena. Si racconta però che una volta Artemide si fosse innamorata di un pastore bellissimo, Endimione, che pascolava le greggi sul monte Latmo: lei scendeva ogni notte nella caverna dove il pastore dormiva, per sorvegliarlo, guardarlo e stargli vicino in silenzio.
 


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